FRANCESCO MARIA BIANCHI, attr. a
SAN CRISTOFORO DAVANTI AL RE DI LICIA
FRANCESCO MARIA BIANCHI
Velate 1689 – 1757 Velate
Penna e inchiostro bruno su carta vergata
32 × 40,5 cm / 12,6 × 15,9 pollici
Cornice: 46 × 54,5 cm / 18,1 × 21,5 pollici
Cornice moderna dorata
PROVENIENZA
Collezione privata, Italia settentrionale
SUL DISEGNO
Questo raffinato disegno a penna e inchiostro è attribuibile a Francesco Maria Bianchi (1689–1757), importante pittore di affreschi del tardo Barocco lombardo, attivo in varie regioni dell’Italia settentrionale e in Svizzera. Figlio del pittore Salvatore Bianchi e collaboratore dei celebri quadraturisti Giacomo Antonio e Antonio Francesco Giovannini, Bianchi fu autore di alcune delle decorazioni ecclesiastiche più ambiziose dell’inizio del Settecento.
La composizione raffigura il raro episodio di san Cristoforo davanti al re pagano di Licia, reso con chiarezza, ritmo e forza espressiva. La precisione del tratto lineare e la disposizione teatrale delle figure sono caratteristiche del linguaggio grafico di Bianchi e rispecchiano da vicino i suoi affreschi nella Chiesa di San Cristoforo a Vercelli—dove dipinse la celebre Gloria di San Cristoforo sulla volta, insieme alle Virtù allegoriche nei pennacchi. Il foglio in esame potrebbe essere stato concepito come modello preparatorio per quel grande ciclo decorativo o per una commissione affine.
L’ICONOGRAFIA
Il soggetto di san Cristoforo davanti al re di Licia è tra i più rari nell’iconografia cristiana. L’unica raffigurazione comparabile conosciuta si trova su una tavola spagnola (ca. 1480–85) di Martín de Soria, oggi conservata all’Art Institute di Chicago. Entrambe le opere si rifanno alla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, il bestseller medievale che ha plasmato l’immaginario agiografico europeo per secoli.
Secondo la Legenda Aurea, Cristoforo—allora chiamato Reprebo—era figlio di un re pagano e cercava di servire solo il sovrano più potente. Dopo aver lasciato un re cristiano che temeva il diavolo e aver abbandonato lo stesso Satana (che temeva il segno della Croce), Cristoforo incontrò un eremita che lo introdusse alla fede cristiana. Dopo la sua conversione miracolosa in Licia, si presentò al re pagano, rifiutandosi di rinnegare la sua nuova fede. Questo è il momento drammatico rappresentato nel nostro disegno.
SAN CRISTOFORO: ICONA E PROTETTORE
Sebbene più spesso rappresentato mentre trasporta il Bambino Gesù attraverso un fiume, la leggenda di san Cristoforo comprende temi di ricerca spirituale, forza morale e fede incrollabile. Patrono dei viaggiatori, dei marinai e dei soldati, Cristoforo era simbolo di fermezza nei tempi incerti—una qualità particolarmente apprezzata nel turbolento clima politico-religioso dell’Italia di fine Seicento.
UNA TESTIMONIANZA RARA
Il presente disegno è una rara testimonianza visiva di questo episodio poco noto della vita di san Cristoforo e una rara opera su carta di Francesco Maria Bianchi. La sicurezza del tratto, la chiarezza spaziale e il ritmo delle figure ne fanno un documento significativo della grafica lombarda e una chiave preziosa per ricostruire i cicli narrativi perduti della decorazione barocca italiana.