SCUOLA UMBRA, CIRCA 1520, CERCHIA DI GIOVAN BATTISTA CAPORALI
ANNUNCIAZIONE
Tempera e olio su tavola
25,4 x 18,7 cm / 10 x 7,4 in, con cornice 45,4 x 28,7 cm / 17,9 x 11,3 in
PROVENIENZA
(probabilmente) Polonia, Łódź, collezione di Herman e Max Kunert (ringrazio il dott. Dariusz Kacprzak per questa informazione)
Germania, Stoccarda, collezione privata
CONTESTO STORICO E STILISTICO
Questa piccola tavola (25,4 x 18,7 cm) è un tipico esempio della pittura umbra del primo quarto del XVI secolo, stilisticamente legata a Giovan Battista Caporali, allievo di Pietro Perugino. L'opera riflette un equilibrio sottile tra l'eleganza raffinata di Perugino e alcuni elementi più arcaici, suggerendo l’intervento di una mano provinciale. Le figure, sebbene leggermente rigide, si stagliano su uno sfondo attentamente costruito, in cui il paesaggio, che ricorda il lago Trasimeno, conferisce profondità e prospettiva atmosferica.
Il dipinto fu probabilmente eseguito come modelletto, ovvero un piccolo studio preparatorio destinato a essere presentato a un committente prima della realizzazione di un affresco di dimensioni maggiori. Secondo Roberto Ciabattini, il cui lavoro di ricerca ha permesso di chiarire l’attribuzione di quest’opera, essa potrebbe essere collegata a un affresco dell'Annunciazione nella Cappella di San Giovanni nel Castello della Magliana (Roma). Questo oratorio medievale fu ricostruito all’inizio del XVI secolo da Bramante, divenendo una residenza papale. La sua decorazione coinvolse artisti della bottega di Raffaello, che vi dipinsero l’Eterno Padre benedicente (oggi al Louvre), mentre altri pittori furono incaricati della realizzazione dell’Annunciazione, della Visitazione e del Martirio di Santa Cecilia. La struttura compositiva di questa tavola, in particolare il suo inquadramento architettonico e l’armonia spaziale, richiama l’Annunciazione Ranieri di Perugino, un'opera che esercitò una forte influenza sulla pittura umbra dell’epoca.
ATTRIBUZIONE E INFLUENZE ARTISTICHE
L’opera presenta evidenti affinità con le celebri Annunciazioni di Perugino, come l’Annunciazione Ranieri (Museo Nazionale dell’Umbria) e l’Annunciazione di Fano (Santa Maria Nuova, Fano). Sono inoltre riscontrabili richiami all’Annunciazione della Pala Oddi di Raffaello, oggi nella Pinacoteca Vaticana, e al suo studio preparatorio conservato al Louvre (INV. 3860). Ciabattini ha inoltre evidenziato una possibile influenza di Francesco Tifernate, un artista poco documentato di Città di Castello, le cui opere mostrano una sintesi tra la chiarezza compositiva di Perugino e l’evoluzione stilistica di Raffaello.
La dualità esecutiva di questo dipinto, in cui lo spazio architettonico finemente delineato contrasta con le figure leggermente rigide, suggerisce che l’autore appartenesse alla cerchia di Giovan Battista Caporali. La formazione di Caporali con Perugino e la sua esposizione alle influenze di Pinturicchio e Raffaello gli conferirono un raffinato linguaggio pittorico, sebbene alcune caratteristiche rivelino una sensibilità provinciale. Questo equilibrio tra tradizione e innovazione caratterizza molte delle opere realizzate a Perugia nei primi decenni del Cinquecento, in un momento in cui gli artisti oscillavano tra l’eredità locale e le nuove tendenze rinascimentali.
GIOVAN BATTISTA CAPORALI E LA SUA EREDITÀ
Nato a Perugia intorno al 1475, Giovan Battista Caporali, figlio del pittore Bartolomeo Caporali, fu profondamente immerso nelle tradizioni artistiche umbre. La sua formazione con Perugino gli trasmise una predilezione per le composizioni armoniose e le figure serene, mentre il contatto con le scuole fiorentina e romana arricchì il suo linguaggio artistico con elementi più dinamici. La sua carriera non si limitò alla pittura: fu anche un architetto di talento. Tra i suoi progetti più importanti vi è la costruzione di un palazzo vicino a Cortona per il cardinale Silvio Passerini, nel quale collaborò con Maso Papacello alla realizzazione di affreschi decorativi. Il suo interesse per l’architettura classica si manifestò inoltre nella sua edizione annotata della traduzione italiana del De Architectura di Vitruvio, pubblicata nel 1536.
Le sue opere si trovano oggi in diverse città umbre, tra cui Perugia, Panicale e Cortona, con importanti dipinti come l’Adorazione dei pastori con l’Eterno Padre in gloria nella Collegiata di San Michele Arcangelo a Panicale e la Madonna in trono con Bambino e santi nel Museo Nazionale dell’Umbria a Perugia. La sua influenza si estese ai suoi allievi, tra cui Organtino di Mariano, e il suo contributo alla pittura umbra rinascimentale è ancora oggi riconosciuto.
Sebbene l’autore di questa tavola dell’Annunciazione rimanga sconosciuto, le ricerche di Ciabattini la collocano con sicurezza nella cerchia di Caporali, testimoniando la continuità stilistica della scuola di Perugino. Il suo equilibrio tra prospettiva architettonica, chiarezza spaziale e delicatezza atmosferica la rende una testimonianza significativa dell’arte umbra dei primi decenni del XVI secolo.