Monumentale affresco italiano dell'inizio XVIII Secolo raffigurante Padri Dell’Ordine Domenicano di Francesco Malcotto che realizzò questo dipinto per la basilica rinascimentale Santa Maria delle Grazie a Milano che è il luogo dove Leonardo Da Vinci dipinse il suo capolavoro, l'Ultima Cena. Grande strappo raffigurante 15 padri domenicani disposti su due file, la prima genuflessa e la seconda astante. In primo piano un cane con una fiaccola in bocca, attributo di San Domenico e dell’ordine monastico, due triregni, uno dei quali reclinato in modo enigmatico ed un libro. I frati rappresentati con variazioni di tonalità cromatiche sapientemente sfumate e accostate sono proiettati in primissimo piano con la caratteristica tonsura, la veste bianca ed il mantello nero, due vescovi con la mitra sulla sinistra ed in primo piano due papi con la mozzetta, Innocenzo V e Pio V.
L’autore del dipinto è Francesco Malcotto che realizzò questo complesso pittorico per la parete di fondo dell’abside di Santa Maria delle Grazie in Milano. Nei primi decenni del Settecento si concepì in modo unitario la decorazione dell’abside collocando sulla parete di fondo la grande Resurrezione di Cristo di Melchiorre Gherardini affiancata da due affreschi con la raffigurazione di santi e di sante dell’ordine domenicano, distribuiti a più livelli nell’atto di adorare la divinità al centro.
Bibliografia AA.VV. S.M. delle Grazie, Milano 1983, pp. 177-179.
Tale decorazione venne rimossa integralmente nel corso della ristrutturazione del 1935-1937. Sull’autore non siamo riusciti a trovare molte informazioni se non che abbia lavorato al convento di San Domenico in Cremona, in palazzo Gallarati Scotti in Milano.
La tecnica dello strappo consiste nel distaccare dalla parete solo lo strato del colore dell’affresco utilizzando delle colle animali poste sulla tela della superficie dell’affresco da strappare che una volta distaccata viene posta sulla tela del nuovo supporto. Il metodo dello strappo permette di recuperare se esistente la sinopia originale. Nell’operazione spesso si perdono gli strati di colore più profondi con la conseguente diminuzione dell’intensità coloristica del brano pittorico che, applicato sul nuovo supporto, finisce per perdere le caratteristiche originarie di pittura condotta su intonaco conferendo un aspetto più delicato.
Questo monumentale dipinto antico misura 223 x 267 x 4 cm, proviene da una collezione privata lombarda e si presenta in buone condizioni conservative.
art.A1320